TRASFERIRE UNA SOCIETA’ ALL’ESTERO: COSA SAPERE E COME MUOVERSI NEL MODO GIUSTO.

 È dai primi anni del 2000 che il trend e l’utilità di trasferire una società all’estero – da parte di molti imprenditori italiani ed europei – cresce vertiginosamente. Sarà la globalizzazione, il nuovo secolo: più probabile la sinergia economica di queste due varabili. Sta di fatto che spostare parte o attività intere in un altro paese è una tendenza cresciuta e rafforzata nel tempo. Da uno studio dell’Ufficio CGIA su banca dati del Politecnico di Milano & Agenzia ICE, è emerso che tra il 2009 e il 2015 il numero delle aziende italiane all’estero è aumentato quasi del 13%, passando da 31 mila a più di 35 mila. Il settore che ha tutt’ora “evaporato” più liquidità e valore nazionale è quello commerciale (40% circa), seguito da quello manifatturiero (25% circa). Allo stesso modo, molte sono le aziende italiane che vengono man mano acquisite e/o passano di fatto (per maggioranza di capitale) sotto una proprietà straniera.

Molteplici possono essere i motivi: i più comuni sono dare un’impronta più solida ed internazionale all’impresa, cercare una tassazione meno opprimente di quella presente nel paese di origine. Anche la veloce mutazione dei mercati locali ed internazionali ha sempre più favorito la dislocazione delle società all’estero, soggetti a crisi finanziarie sempre più frequenti ed interconnesse tra loro.

I luoghi più gettonati per il trasferimento delle attività sono quelli che rientrano nei cosiddetti “paradisi fiscali”, ossia paesi che hanno deciso di attuare un’imposizione fiscale molto bassa se non addirittura nulla per attirare capitali stranieri. Tra quelli attualmente più conosciuti possiamo citare:

• Dubai, capitale dell’omonimo emirato che fa parte degli Emirati Arabi Uniti
• Monte Carlo, il più vecchio e forse il più conosciuto
• l’Albania e l’Ungheria considerati i nuovi paradisi fiscali

Naturalmente vi saranno delle notevoli differenze procedurali, legislative e logistiche in base allo stato scelto per il trasferimento dell’impresa, vuoi che rientri tra i paesi con accordi internazionali con l’Unione Europea o al di fuori di essa. Altro elemento centrale e che fa la differenza, è capire se la finalità del trasferimento riguardano la sola sede legale, i processi produttivi o al contrario l’intera attività. Essenziale sarà riflettere sulle motivazioni che portano a fare questo passo che è un vero e proprio cambio di marcia e capire se si è pronti alla sfida.

Noi di Sixtegroup possiamo aiutarvi in questa prova, contando su un networking internazionale stabile, qualificato e valutando quale sia la risposta più adatta rispetto il vostro “setting” societario. Per trasferire la società all’estero, devono essere presi in considerazione molti aspetti, come quelli logistici, economici, fiscali etc. Potremmo inoltre fornire un valido sostegno nell’individuazione del modello di business che si vorrà sviluppare e come svilupparlo al meglio nel tempo. Utili saranno anche un’accurata analisi fiscale e di mercato per valutare la fattibilità del progetto ed individuare degli eventuali punti critici (Swot) che potrebbero far fallire il progetto. Prima di prendere una qualsiasi decisione è essenziale creare un business-plan ad hoc e una simulazione delle nuove fiscalità con cui ci si andrà a confrontare.

Un’ottima idea è quella di andare personalmente nel paese in cui si vuole dislocare la società per poter conoscere dal vivo e toccare con mano i vari aspetti del contesto in cui si opererà. Se ti abbiamo incuriosito e vuoi saperne di più sul trasferimento della tua società all’estero contattaci tramite il Form qui sotto: Sixte Group sarà lieta di darti assistenza e di sfruttare tutta la propria esperienza, sostenendo da sempre persone ed imprese a fondare nuove realtà all’estero.