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Investire in Italia

Entrare nel mercato Italiano – Per entrare nel mercato Italiano la disciplina suddivide in differenti fattispecie le modalità di accesso al fine di operare all’interno del territorio dello stato. Le abbiamo divise in 5 step, graduali tra di loro:

  1. L’ufficio di rappresentanza:
    Questo è il primo passo per quella tipologia di imprenditore che decide di avere una presenza oltre confine. L’ufficio di rappresentanza rappresenta la soluzione più veloce, semplice e meno costosa per stabilire una minima presenza in Italia. Non presenta criticità o problematiche particolari, né dal punto di vita normativo né dal punto di vista operativo; esso infatti non gode di autonomia giuridica, neanche dal punto di vista fiscale. Ciò significa che l’ufficio di rappresentanza non è soggetto al pagamento di imposte nel Paese in cui viene stabilito. Perché una presenza in territorio straniero sia qualificabile come ufficio di rappresentanza, però, è bene ricordare che esso non può esercitare alcuna attività di tipo gestionale, industriale o commerciale; esso deve limitare la propria operatività all’ambito promozionale, informativo e, per l’appunto, di rappresentanza; esso potrà, ad esempio, mostrare i prodotti ai potenziali clienti, ma non potrà concludere contratti. Usando parole semplici, l’ufficio di rappresentanza, sarà utilizzato da quegli operatori esteri che intendono effettuare esclusivamente ricerche di mercato o pubblicizzare i propri prodotti in Italia. Definiamolo un primo step “esplorativo” del mercato italiano.
  2. L’identificazione Diretta:
    Se l’operatore estero risiede in UE, può optare per lo strumento dell’identificazione diretta. Questa scelta avviene quando l’operatore estero decide di effettuare operazioni rilevanti ai fini IVA, ovvero quando l’operatore effettua vendita di beni o servizi propri nei confronti di privati consumatori; enti non commerciali privi di Partita IVA; soggetti non residenti anche se in possesso di Partita IVA italiana. In tal caso il primo passo sarà quello di richiedere il numero di Partita IVA all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate di Pescara che attribuirà il numero di Partita IVA italiano alla società estera.
    Questa modalità farà mantenere lo status di soggetto estero alla società UE, autorizzandola ad operare nel mercato italiano, facilitando così il pagamento delle tasse in Italia per le cessioni di beni o prestazione di servizi
    effettuati in Italia, evitando così la doppia imposizione tra i due paesi.
  3. Il rappresentante Fiscale:
    Se l’operatore straniero a differenza della casistica precedente risiede in un paese Extra UE o nel territorio extra doganale UE, potrà scegliere di optare per la nomina di un rappresentante fiscale (Anche i soggetti UE oltre agli altri possono optarvi). In questo caso l’operatore estero nominerà un soggetto Italiano, società o persona fisica, che opererà per suo conto diventando solidalmente responsabile in caso di inadempienze nei confronti del fisco italiano. Il rappresentante, otterrà un numero di partita IVA esclusivamente per le operazioni da porre in essere per conto del rappresentato.
  4. La stabile organizzazione:
    Questo quarto step viene scelto da tutti quegli operatori che non intendono solo operare nel mercato Italiano, ma stabilire una presenza FISICA all’interno del territorio dello stato. Quando la società estera decide di costruire capannoni, uffici, impianti per l’estrazione, un’officina, un laboratorio in Italia, sceglierà la stabile organizzazione.
  5. Società di Diritto:
    La società di diritto è lo step finale, quello che garantisce all’operatore estero una completa autonomia, diventando a tutti gli effetti un soggetto di diritto italiano. Questo caso viene solitamente attuato quando l’operatore estero decide di costituire una società italiana (normalmente nella forma di una srl)  partecipata e controllata (completamente o parzialmente) dal soggetto estero.