COME FUNZIONA UNA HOLDING: REQUISITI MINIMI E QUALI SONO
Spesso si sente parlare del termine “holding”, ma che cosa significa nello specifico? La Holding è una società che controlla – per mezzo di partecipazioni o quote – altre società subordinate. Questa definizione sottolinea quindi come una holding sia una particolare società che esercita un’attività direttiva nei confronti di altre imprese, delle quali detiene (in generale) il controllo del capitale. Il suo significato può altresì differire, a seconda di alcune variabili e/o costituzioni, come per esempio se si intende una holding pura o mista. Nel nostro paese si parla più che altro di holding quando si fa riferimento a realtà di grandi dimensioni, come ad esempio Enel, i grandi gruppi assicurativi etc etc.. ma non è assolutamente vero che costituire una società madre sia esclusivo di questo contesto. Attualmente infatti, le holding in Italia che raggruppano sotto una società madre altre piccole e medie imprese, stanno crescendo esponenzialmente. Un organigramma semplificato di una holding potrebbe essere il seguente:
- Società madre (definita anche come “Parent”)
- L’esistenza di due o più società subordinate (dette anche figlie) definite “Subsidiary”.
In questo sistema societario, ogni impresa ha una sua indipendenza giuridica. Ciò significa che si andrà a rispondere solo del capitale versato. L’esempio classico ma funzionale è quello di paragonare una holding ad una pianta. Il tronco sarà rappresentato dalla società madre, mentre le società subordinate saranno identificate dai rami e dalle foglie. L’attività principale che svolge una società madre è quella di pianificare, dirigere e controllare le aziende che fanno parte del gruppo. La natura delle succursali può considerarsi quasi simile, in quanto sono aziende che svolgono un’attività specifica settoriale di un’impresa, oppure lavorano in campi di applicazione differenti ma contigui rispetto quest’ultima. In questo modo si avranno diversi vantaggi, in primis quello di ridurre il rischio collegato all’attività imprenditoriale, coordinare meglio le attività aziendali, pagare meno tasse ed ampliare l’accesso a nuovi mercati. Vediamo ora quali sono i requisiti minimi per creare una Holding e come funziona.
REQUISITI PER CREARE UNA HOLDING
In base al Testo Unico Bancario italiano (che gestisce la creazione ed i rapporti tra holding e società) bisogna rispettare una serie di requisiti per costituire una holding. Il presupposto di partenza è quello di avere (singolarmente o come gruppo rappresentativo) almeno la maggioranza delle quote nelle società sottoposte (pari al 51%). Inoltre, sarà necessario disporre anche dei diritti di voto nel consiglio di amministrazione ed il potere di nominare e/o rimuovere la maggioranza dei membri della società controllata. L’ultimo ostacolo rimanente è capire bene a quale tipologia di holding si vuole collegare le imprese subordinate. Infatti, si distinguono in base alla loro governance (ovvero il ruolo nella gestione delle società subordinate e nell’attività produttiva o di scambio di beni e servizi).
Come anticipato prima, una delle possibili holding è quella pura (detta anche holding finanziaria). Quest’ultima è una società che non produce di per sé beni o servizi, ma ha come funzione principale quella di coordinare, dirigere e finanziare le relative subordinate. Al contrario quella mista (chiamata anche holding operativa), oltre a svolgere le stesse funzioni della finanziaria, elabora anche processi rilevanti per la stessa attività dell’impresa minore, come ad esempio la produzione e lo scambio del prodotto. Le formule più comuni e presenti in Italia – oltre la holding pura e quella mista – sono:
- holding di famiglia
- holding immobiliare
- Holding investment o pubblica
La holding di famiglia
È una delle holding più diffuse in Italia e, come facilmente intuibile dal nome, si tratta di una società madre che rimane in mano ai fondatori che controllano le subordinate, suddivise tra i membri di una stessa famiglia. Un esempio su tutti è il gruppo Fininvest. Questo sistema permette di dare continuità nella gestione aziendale, senza scatenare dispute familiari per il possesso delle quote societarie. Inoltre, al momento della morte dei fondatori, si avrà un trasferimento generazionale diretto delle attività aziendali.
Holding immobiliare
La holding immobiliare è una delle più giovani tipologie ed è stata riconosciuta nel 2016 dal Tribunale di Roma. La sentenza ha sancito la possibilità di creare una società madre che avrà come funzione base il godimento del patrimonio immobiliare delle consociate. Questo tipo di holding generalmente non possiede conti bancari o altre attività, ma si concentra esclusivamente sul patrimonio immobiliare. Per questo motivo è una forma societaria molto difficile da attaccare e spesso viene costituita per difendere i beni patrimoniali.
Holding investment e holding pubblica
Si riconosce una holding pubblica quando la società madre è gestita da un ente pubblico o dallo stato italiano. La creazione di queste holding avviene con il fine di offrire ai cittadini particolari tipologie di servizi in modo equo e continuativo. L’esempio più banale è la società di energia ENI, con le sue relative consociate pubbliche. Al contrario, si parla di holding investment (o anche holding trading), quando il controllo dell’azienda madre è finalizzato al solo perseguire di utile (sotto forma di dividendi oppure come introito ottenuto a fine anno). Un esempio classico in quest’ambito è quando alcune società acquisiscono il controllo di start-up innovative, attendendo il loro “sbocciare sul mercato” per poi essere rivendute attraverso azioni a un prezzo più elevato di quello di acquisto o di partenza.
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